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Niente sfiducia per Donazzan di “Faccetta Nera”: tocca essere leghisti mica coerenti (e Zaia non c’era)

Era stata proprio la Lega a volerci vedere chiaro nella performance dell’assessora al lavoro e all’Istruzione che era caduta nella trappola de La Zanzara ed aveva cantato Faccetta Nera, canzone notoriamente innocua, che sta bene nelle corde di un rappresentante delle istituzioni.

Ma siccome per essere leghisti non è necessario essere coerenti è stata proprio tutta la Lega, con scranno vuoto di Luca Zaia che aveva parlato di inopportunità relativamente alla performance canora della sua assessora, ad astenersi sul voto. Mica potevan disunirsi nel pieno di un difficile passaggio governativo, no?

Dunque l’assessora Donazzan rimane al suo posto e viene ignorata, perché siam leghisti mica democratici, la mozione presentata da undici consiglieri d’opposizione compreso naturalmente il portavoce delle opposizioni, Arturo Lorenzoni e alla quale Luca Zaia, tutto un’indignazione all’indomani dello show radiofonico donazzaniano, nemmeno si è fatto vedere.

Spiega bene cos’è Faccetta Nera il consigliere del PD Andrea Zanoni: “(…) una canzone che celebra il dominio del più forte sul più debole, donne nere rese schiave del sesso dall’uomo bianco (…) che esalta un’invasione, sessismo, soprusi; per questo non è ammissibile che venga cantata da chi ha un importantissimo ruolo pubblico come assessore all’Istruzione in una Regione come il Veneto da cinque milioni
di abitanti. La collega ha scritto una lettera lamentando censura, è però singolare invocare libertà di parola per inneggiare ad una ideologia che la nega, come il fascismo (…)…

E diremmo che può anche andare. Niente sfiducia, niente Zaia, tante scuse e ricominciamo ad essere più estremi di prima. E il limite dell’umana politica decenza si sposta sempre più in là in coerenza con le posizioni della Lega di Salvini.

E con i diktat della bionda Meloni.

(20 gennaio 2021)

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