Con una petizione sulla piattaforma Change.org vengono chieste le dimissioni dell’assessora della Regione Veneto Elena Donazzan per apologia di fascismo, dopo che l’esponente di Fratelli d’Italia – sempre loro – ha cantato Faccetta Nera in diretta radiofonica durante il programma radiofonico “La Zanzara” su Radio24.
Il governatore Luca Zaia, al quale la petizione online è diretta, ha dichiarato: “L’assessore si deve quantomeno scusare. Conosco la sua sensibilità. Non l’ho sentita, penso che le scuse siano doverose”. L’episodio è stato segnalato dal coordinamento di “Il Veneto che vogliamo”, lista civica che ha appoggiato il candidato presidente Arturo Lorenzoni alle ultime regionali che ha parlato di un “clima di intollerabile revisionismo”.
La petizione si può firmare qui. Nel frattempo Elena Donazzan ha chiesto scusa. Se le scuse possono bastare al suo capogiunta, non possono evidentemente essere sufficienti per tutti coloro che si sono sentiti offesi, o per il decoro istituzionale dei rappresentanti politici di una destra sempre più estrema il cui esibizionismo è pari soltanto alle poche capacità politiche espresse dai suoi rappresentanti. Quel decoro di cui gli esponenti di Fratelli d’Italia straparlano spesso quando riguarda gli altri.
(11 gennaio 2021)
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Perché? Pensate che sia l’unica della dx a pensarla così? I negazionisti sono prevalentemente rintanati, lì. La ragazzina mandiamola a fare una vacanza coatta in un kibbutz Israeliano. Sarà certamente ben accolta.
[…] della Regione Veneto Donazzan ha fatto la sua parte, con canzoncine [sic] indimenticabili a Radio24 prima e poi proteste anti-social sulla “pulizia etnica del pensiero” è stato il turno […]
[…] leader della destra di Fratelli d’Italia dell’assessora che canta Faccetta Nera, una leader tutta d’un pezzo che dice le cose senza se e senza ma, è anche quella leader che […]
[…] trappola della trasmissione La Zanzara che le ha fatto cantare Faccetta Nera, continua (come la la petizione per le sue dimissioni continua ad essere online). Dopo le arrampicate sugli specchi, le poco convinte scuse, il dito […]