di Paolo M. Minciotti
Si lamentano, i commercianti delle calli veneziane stremati dalla fame, dalla povertà e ridotti a pelle e ossa, delle orde di barbari turisti che non spendono e, per bocca del gioielliere Setrak Tokatzian, presidente dell’Associazione Piazza San Marco, fanno sentire la loro flebile voce, ormai afona causa inappetenza forzata, e chiedono una soluzione.
La provocazione è “facciamogli pagare 100 € al giorno” dato che non entrano nei meravigliosi negozi delle calli, parte di “gruppi che si muovono senza meta, guidati dai tour operator” che salgono “salgono sulle gondole, prendono i taxi acquei, ma non si fermano in nessuna attività commerciale”. Che onta. Che mancanza di rispetto. Che orrore.
Sale la disperazione dalle calli: “Un tempo si vedevano turisti con borse firmate uscire dai negozi di Piazza San Marco. Oggi è raro” è sempre il Tokatzian a parlare dalle pagine di Repubblica; “per non parlare di intere famiglie che si dividono i pani o bere e le file alle fontanelle per prendere dell’acqua perché non si compra più nemmeno quella”.
Che vergogna tutta questa querula povertà che pretende addirittura di mangiare e bere quello che vuole e magari comprare cose in linea con il suo reddito. Una vera offesa alla ricchezza e ai poveri commercianti veneziani (per i quali, sia consentito dire, non si prevede un grande futuro e non certo per questioni esclusivamente commerciali).
Tocca tassarli, questi sconsiderati! E aggiungiamo provocazione alla provocazione: facciamogli togliere le mutande da lasciare in pegno alla Serenissima, e ai suo augusti commercianti, se non spendono più di tot euro al giorno. Altrimenti se ne stiano a casa loro ‘sti mona che addirittura i beve alle fontanelle (senza nemmeno degnarsi ci comparare un’insulsa mascherina o un misera borsa da 2500 euro).
(26 luglio 2025)
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