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Il Daspo al Re Camallo triestino fa infuriare Meloni: c’è Puzzer di propaganda

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di Giovanna Di Rosa, #politica

Il Re Camallo è sottoposto al Daspo per un anno e Meloni si infuria di una furia che Puzzer di propaganda da lontano. Così la leader di Fratelli d’Italia che ha perso mezzo punto nei sondaggi deve correre al riparo per riguadagnarlo subito e, dopo che la questura di Roma ha emesso nei confronti di Stefano Puzzer un foglio di via obbligatorio con divieto di soggiorno nella Capitale per un anno, non può perdere l’occasione.

Puzzer era arrivato a Piazza del Popolo per chiedere un confronto con le Istituzioni, ma gli è stato consegnato un Daspo e Fratelli d’Italia, Italia Viva e la Lega – la Destre che contano, diciamo – pretendono spiegazioni da Lamorgese per un provvedimento definito “abnorme”.

Così si chiedono spiegazioni al Governo al grido di “Con Puzzer ho poco da spartire, ma il provvedimento di daspo preventivo per un anno nei suoi confronti è un unicum e non ha senso”, oppure al grido di “Rastrellamento”, o ancora al grido di “Questo governo è forte con i deboli e debole con i forti” – che detto da queste Destre somiglia tanto e solo a una battuta da bar – o, per chiudere, al grido di “la libertà di opinione non la decide il governo Draghi ma la Costituzione”, affermazione che varrebbe anche per Report e i giornalisti scomodi che fanno domande a Meloni, Salvini e Renzi e per quelle minoranze cui vengono tolte le tutele affossando il Ddl Zan con grida di giubilo da stadio.

La questione si chiude, naturalmente, con il dito puntato contro la ministra Lamorgese rea secondo il dito puntato di non fare niente, o almeno di non farlo come le teocrazie partitiche di destra pretenderebbero. Repetita juvant: c’è Puzzer di propaganda. In altre circostanze del Camallo triestino non fregherebbe un accidente a nessuno e nessuno si scomoderebbe a spendere una parola su questo ennesimo rappresentante del vuoto cosmico partorito dall’italietta delle banane al mercato del pesce.

 

(3 novembre 2021)

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